T: Ciao, come stai?
Benissimo grazie! Grande Italia!
T: Bene, passiamo alle domande che ho preparato. Sono tre anni che giochi nel Dream; come ti trovi?
Molto, molto bene! Sono arrivato al Dream perchè cercavo una squadra dove la gente venisse regolarmente ad allenamento e perchè avevo sentito parlare di un gruppo unito. Fortunatamente le mie aspettative sono state pienamente soddisfatte da compagni che mi hanno accolto subito a braccia aperte, nonostante la mia introversione. E' sicuramente la prima squadra in cui gioco, dopo quella delle giovanili, dove apprezzo ogni occasione di passare del tempo anche al di fuori della palestra con i miei compagni. Quindi, anche al di là dei risultati sportivi positivi, sicuramente una scelta rivelatasi azzeccata, nonostante le titubanze iniziali.
T: Avete sempre mantenuto lo stesso allenatore per tutto il periodo che ne pensi?
Beh, non direi. Il primo anno ci ha seguito anche in palestra Pupo. All'inizio non capivo alcune sue scelte tattiche e sono stato anche abbastanza pesante come le mie mail del giorno dopo, ma poi ho imparato ad apprezzarlo per l'impegno profuso e lo spirito di sacrificio che l'aveva portato a rinunciare a giocare per allenarci. Dal secondo anno ci segue Poz. Su di lui faccio fatica ad essere obiettivo, ma posso dire che e' un allenatore più sanguigno rispetto a Pupo e dà una carica a volte decisiva. Altre volte invece esagera, ma credo che i risultati gli diano ragione.
T: Tre anni e tre palleggiatori diversi.
Molto diversi sia tecnicamente che tatticamente. Certamente si nota che Cubo è quello che è nato palleggiatore ed è il più portato al ruolo. Poz ha fatto direi bene, nonostante giocasse in un ruolo non suo. Fabietto era forse quello più indietro ed è stato gettato nel fuoco troppo presto, ma almeno con lui vedevo regolarmente palla! ;)
T: Cosa consideri come miglior tuo contributo al Dream?
Non credo di aver dato contributi particolari. Spero che alla fine si possa dire che sono stato un buon compagno di squadra e che ho sempre mantenuto gli impegni presi ad inizio anno.
T: Cosa pensi del tuo ruolo di capitano?
E' un ruolo che mi è caduto un po' fra capo e collo, sicuramente dovuto alla mia conoscenza del regolamento e degli arbitri. Il mio carattere infatti mal si presta a caricare i compagni o a spronarli e cerco quindi piuttosto di mantenere la calma e di far ragionare. Alcune volte questo mio carattere mi ha portato anche a tradire la squadra: il capitano dovrebbe essere l'ultimo ad arrendersi e non sempre è stato così. Sicuramente in squadra ci sarebbero personaggi più carismatici e/o di più lunga militanza che meriterebbero questo ruolo. Detto tutto ciò, sono assolutamente fiero della mia striscetta sotto il numero!
T: Che ruolo vedi per te nella pallavolo nel futuro?
Mi piacerebbe avere un ruolo, anche se non so ancora esattamente quale. Per il momento, oltre a giocare, arbitro. E' un hobby che mi da molte soddisfazioni, qualche amarezza, ma soprattutto la possibilità di conoscere l'intero mondo della pallavolo altoatesina e, quel che più mi interessa, di vedere le future generazioni di giocatori/trici crescere e migliorare sotto i miei occhi di partita in partita. Il mio orientamento per quando smetterò di giocare (spero fra parecchi anni!) e di smettere contestualmente di arbitrare ed iniziare con i corsi allenatore. Voglio contribuire a portare avanti questo sport che mi ha dato tantissimo, da quando avevo 14 anni ad ora.
T: Cosa consigli ai giovani come Marco?
Di non arrendersi alle prime difficoltà, prima di tutto. Al giorno d'oggi ci sono talmente tante alternative allo sport che spesso bastano un paio di sabati in panchina per far pensare di smettere. Nel caso di Marco, così non è stato e per questo lo apprezzo. L'altro consiglio è di ascoltare i compagni e soprattutto l'allenatore, senza cercare giustificazioni per i propri naturali errori. Non sono lì per accusare di qualcosa o rimproverare, ma solamente per consigliare secondo la loro esperienza.
T: Sei convinto che vendere la C sia stata la scelta giusta?
Ci sono svariati fattori che entrano in gioco per una simile scelta. Ho argomentato il mio voto (D) in riunione e a distanza di un mesetto rimango convinto di aver fatto la scelta giusta. Certo, prima di finire i miei anni migliori mi piacerebbe confrontarmi ancora una volta con la C, questa volta vedendo il campo con una certa regolarità. Spero che capiterà nuovamente l'occasione e spero ci sarà la situazione giusta.
T: la stagione estiva ti sta impegnando nel beach volley, come va?
Alti e bassi. Generalmente il sabato non temiamo nessuno, ma la domenica riusciamo sempre a perdere ai vantaggi, ed ogni volta in una maniera più deludente. Purtroppo ci manca il "killer instinct" (e qui si torna al mio carattere). Risultati a parte, sono contento di rivedere ogni anno "il popolo dei tornei". Mi piace anche vedere che, dopo qualche anno "stagnante", finalmente dei giovani si stanno avvicinando a questo mondo.
T: Per concludere, cosa ti aspetti dall'anno prossimo?
Spero che potremo confermare e anche migliorare il livello di gioco raggiunto, coinvolgere maggiormente i compagni dalla panchina, evitare il più possibile i peraltro normali malumori che ogni tanto nascono fra noi e lanciare definitivamente Marco.

1 commento:
Ci tengo a segnalare che questa volta l'intervista non è frutto della goliardia di Osso, bensì il ns. capitano si è prestato a rispondere alle domande che teoricamente lui ha fatto a me!
Posta un commento